quanto spendere di marketing

Quanto dovrebbe Spendere di Marketing una azienda o un professionista?

Introduzione

Nel panorama competitivo odierno, le decisioni di spesa in marketing sono cruciali per il successo di qualsiasi azienda. Una delle domande più comuni tra gli imprenditori e i manager è: “Quanto dovremmo spendere in marketing in base al nostro fatturato?”. Questo articolo vi fornirà una risposta dettagliata, basata su principi di marketing avanzati, strategie di copyright e ottimizzazione SEO per assicurarvi di ottenere il massimo ritorno sull’investimento (ROI).

La Regola Generale del 5-10%

Una linea guida diffusa tra gli esperti di marketing suggerisce che le aziende dovrebbero investire tra il 5% e il 10% del loro fatturato annuo in marketing. Questo intervallo può variare in base a diversi fattori, tra cui il settore in cui operate, la fase di crescita della vostra azienda, e gli obiettivi specifici di marketing.

Settore e Competitività

Le aziende che operano in settori altamente competitivi potrebbero dover spendere una percentuale maggiore del loro fatturato per distinguersi. Ad esempio, un’azienda tecnologica o una startup potrebbe investire fino al 20% del proprio fatturato in marketing per acquisire rapidamente una quota di mercato significativa.

Fase di Crescita dell’Azienda

Le aziende in fase di avvio o di rapida crescita potrebbero dover investire di più per costruire la loro brand awareness e acquisire nuovi clienti. Al contrario, aziende consolidate con una clientela fedele potrebbero destinare una percentuale inferiore del loro fatturato al marketing, concentrandosi su strategie di mantenimento dei clienti e upselling.

Analisi dei Costi e ROI

Per determinare l’investimento ottimale in marketing, è essenziale effettuare un’analisi dettagliata dei costi e del ROI. Ecco i passi principali:

  1. Definire gli Obiettivi di Marketing: Chiarire cosa si desidera ottenere con le attività di marketing, come l’aumento delle vendite, l’espansione del mercato, o il miglioramento della brand awareness.
  2. Identificare i Canali di Marketing: Selezionare i canali più efficaci per raggiungere il vostro pubblico di riferimento, come SEO, pubblicità sui social media, email marketing, e content marketing.
  3. Calcolare il Costo di Acquisizione del Cliente (CAC): Determinare quanto costa acquisire un nuovo cliente attraverso ciascun canale di marketing.
  4. Valutare il Lifetime Value del Cliente (CLV): Stimare il valore totale che un cliente apporta alla vostra azienda nel corso della sua vita.
  5. Ottimizzare la Spesa di Marketing: Confrontare il CAC con il CLV per identificare i canali più redditizi e ridistribuire il budget di conseguenza.

Esempi Pratici

Startup Tecnologica

  • Fatturato Annuo: €500,000
  • Percentuale di Spesa in Marketing: 15%
  • Budget di Marketing Annuale: €75,000

Questa startup potrebbe concentrare la maggior parte del suo budget in attività di acquisizione clienti tramite campagne PPC (pay-per-click) e content marketing, per costruire rapidamente la sua presenza sul mercato.

Azienda Consolidata nel Settore Retail

  • Fatturato Annuo: €2,000,000
  • Percentuale di Spesa in Marketing: 6%
  • Budget di Marketing Annuale: €120,000

Questa azienda potrebbe investire il suo budget in un mix di SEO, social media marketing, e campagne di email marketing per mantenere la fedeltà dei clienti esistenti e attrarne di nuovi.

Conclusioni

Determinare quanto spendere in marketing in base al fatturato è una decisione strategica che richiede una valutazione attenta di vari fattori. Seguendo le linee guida del settore, analizzando i costi e il ROI, e adattando le strategie alle esigenze specifiche della vostra azienda, potete assicurarvi di massimizzare l’efficacia del vostro investimento in marketing.

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Investire in marketing è essenziale per il successo a lungo termine della vostra azienda. Contattateci per qualsiasi dubbio o per prenotare la prima consulenza gratuita!

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Obiettivi del marketing: aumentare la popolarità del marchio dell’azienda (Brand)

Il marketing è una delle attività più importanti per le aziende che desiderano promuovere i loro prodotti o servizi. In questo contesto, l’obiettivo principale del marketing è quello di aumentare la popolarità del marchio dell’azienda (brand). La popolarità del brand è un fattore critico per il successo delle aziende, poiché aumenta la fiducia dei clienti nei confronti dei prodotti o servizi offerti e, di conseguenza, la loro disponibilità ad acquistarli.

Per raggiungere questo obiettivo, le aziende devono mettere in atto una serie di strategie di marketing ben elaborate. Ad esempio, è importante investire in pubblicità e promozione, sviluppare relazioni con i clienti, partecipare a eventi e fiere, e creare contenuti di qualità che possano essere condivisi sui social media.

Inoltre, è importante che le aziende si concentrino sul posizionamento del proprio brand rispetto ai concorrenti. Per questo motivo, è fondamentale utilizzare le tecniche di ottimizzazione per i motori di ricerca (SEO) per aumentare la visibilità del sito web dell’azienda sui risultati dei motori di ricerca.

L’ottimizzazione SEO consiste nell’utilizzo di parole chiave specifiche e di una struttura del sito web ben organizzata per aumentare la visibilità del sito web nei risultati dei motori di ricerca. In questo modo, le aziende possono raggiungere un pubblico più ampio e aumentare la popolarità del loro brand.

Inoltre, è importante che le aziende utilizzino i social media per promuovere i loro prodotti o servizi. I social media sono uno strumento potente per raggiungere un pubblico vasto e aumentare la visibilità del brand. Ad esempio, le aziende possono utilizzare i social media per condividere notizie sui loro prodotti o servizi, per interagire con i clienti e per sviluppare relazioni con i potenziali clienti.

In conclusione, l’obiettivo principale del marketing è quello di aumentare la popolarità del brand dell’azienda. Per raggiungere questo obiettivo, le aziende devono mettere in atto una serie di strategie di marketing ben elaborate, utilizzare le tecniche di ottimizzazione per i motori di ricerca e utilizzare i social media per promuovere i loro prodotti o servizi.

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Partecipazioni di nozze digitali

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 per qualsiasi info siamo a Vostra disposizione.

Google my Business

Da Sapere Sulla Realizzazione e Gestione di Google My Business

In questo articolo ti dico cosa devi sapere se vuoi pagare qualcuno per farti realizzare o gestire la scheda su Google My Business e consigli correlati a metodi scorretti di vendita e presunte truffe.

Google My Business è un servizio/prodotto di Google realmente utile alle attività come la tua, non solo perchè le mette in risalto tra i risultati di ricerca. Fa arrivare chiamate, contatti e visite in loco alle aziende.

 

Ovvero rende realmente.

 

Chi offre i servizi di realizzazione e gestione delle schede di Google My Business conosce bene la loro utilità effettiva.

 

Purtroppo, a volte, agenzie e/o liberi professionisti sfruttano l’utilità di My Business e la popolarità di Google per proporre non correttamente i propri servizi. Non in maniera limpida, ingannevole, ed a volte anche non legalmente.

 

Questo è un problema per te, dato che potresti essere raggirato/a e dato che potrebbe farti perdere la fiducia riguardo ad un servizio che funziona realmente, ed è anche un problema per chi offre onestamente e con qualità questi servizi, indirettamente viene screditato senza colpa.

 

In questo articolo ti voglio dare qualche consiglio che può esserti utile per valutare la proposta di un consulente per Google My Business ed altri consigli correlati.

 

Suggerimenti per valutare la proposta di realizzazione o gestione di Google My Business

 

Prima di darti i suggerimenti per la valutazione di proposte di realizzazione o gestione di schede Google My Business ti devo fare delle premesse:

 

  • In questo articolo, purtroppo, non possono darti tutti i suggerimenti che ti permettono di valutare le proposte di chi realizza o gestisce schede My Business, anche perchè non li utilizzo, il buonsenso va sempre usato;
  • Praticamente “tutti i giorni” nascono nuove attività scorrette e/o che non operano trasparentemente, le tecniche di vendita ingannevoli con il tempo potrebbero diversificarsi;
  • Google non è la legge, per quello che riguarda Google può agire solo se vengono violate le sue linee guida e dopo segnalazione, è importante segnalare a Google chi opera scorrettamente;
  • Per prevenire tecniche di vendita scorrette, secondo la legge italiana, la prima cosa che puoi fare è quella d’iscriverti al registro delle opposizioni, nel caso in cui fossi iscritto/a ma ricevessi ancora chiamate indesiderate puoi farlo sapere al garante per la privacy;
  • Seppur i consigli che ti darò sono il più possibile verificati e con riferimenti attendibili/autorevoli non sono un legale, e la legge cambia in continuazione.

 

Comunque sia, la consapevolezza è essenziale. L’obbiettivo primario di questo articolo è appunto quello di consapevolizzarti per evitare di farti abboccare a proposte non trasparenti/ingannevoli.

 

Dopo le doverose premesse le cose essenziali che devi capire sono che, generalmente, chi ti propone telefonicamente, o con visite in sede, la realizzazione/gestione delle schede Google My Business:

 

  • Molto probabilmente non ti farà il lavoro, chi ti chiama o ti suona in azienda ed ha solo l’obiettivo di vendere;
  • Per poter vendere utilizza semplici tecniche di vendita conosciute da anni, ed ancora efficaci, di per sé non sono “il male” però conoscendole potrai fare una scelta più consapevole.

 

Le tecniche di vendita (ripeto, di per sé non scorrette ma possono essere usate male) perlopiù sono regole della comunicazione persuasiva di Cialdini. Ti dirò cosa devi sapere a riguardo questi metodi di vendita e cosa puoi fare per non farti raggirare, se fosse il caso.

 

Abuso del nome di Google e falsi miti riguardanti il suo funzionamento

 

Cercando di sfruttare l’ingenuità delle persone, e la non conoscenza del funzionamento di Google, molto spesso call center chiamano le attività fingono di essere Google, dicono di chiamare “per conto di Google”, impersonandosi addirittura dipendenti Google. Anche i venditori porta a porta lo fanno.

 

Ebbene, devi sapere che, Google può effettivamente chiamare le attività, però solo dopo aver fatto richiesta di essere chiamati, ad esempio per risolvere problemi con Google AdWords oppure con Google My Business.

 

In pratica, neanche i (veri) Google Partners possono presentarsi come tali per offrirti il servizio di realizzazione o gestione di schede My Business. Sarebbe una rappresentazione fuorviante di quello che in realtà sono i Google Partners.

 

Se ti chiamano e/o si presentano per proporti la realizzazione/gestione di schede Google My Business, per “aggiornare la mappatura” od altro, si presentano come Google, per conto di Google, Google Partners o simili sappi che ti stanno mentendo di partenza e/o non sono trasparenti. Se riagganci subito la chiamata o se gli dici che non sei interessato/a non è un male.

 

Se dopo aver verificato noti che chi ti ha contattato è effettivamente Google Partners e se ti ha/hanno proposto la realizzazione/gestione di schede My Business o la “local SEO” in qualità di Google Partner sappi che non lo può fare. Segnala tramite questa pagina.

 

Riguardo a questo tieni anche presente che ognuno ha la sua specializzazione, e non può sfruttare la stessa solo perchè contiene il nome di Google per proporti qualsiasi cosa:

 

  • I Google Partners fanno pubblicità con Google AdWords, non sono certificati da Google per My Business, per la SEO o per altro;
  • I Partner di G Suite sono partner di Google esclusivamente per i prodotti G Suite (Gmail, Drive, ecc. per aziende;
  • I Google AdSense Partners sono persone qualificate per migliorare il rendimento dei publisher di AdSense, non per altro;
  • I fotografi certificati Google Street View sono certificati da Google solo per la realizzazione di virtual tour.

 

Garanzie di posizionamento per parole chiave

 

Dopo essersi presentati come Google i consulenti o le agenzie non corretti/e o disonesti/e potrebbero addirittura garantirti che, se ti affidi a loro, al loro “metodo super segreto” che nessuno sa, alla loro “super esperienza”, ecc. la tua attività sarà visibile in prima pagina per le 2/3/5/X parole chiave.

 

Sicuramente le mappe di Google si visualizzano anche tra le prime posizioni di Google molto spesso, devi sapere però che è un algoritmo a posizionarle li.

 

Seppur esistano metodi che permettono di migliorare il posizionamento delle mappe su Google (non solo con i metodi riportati nel link precedente) nessuna web agency o libero professionista conosce l’algoritmo di Google e/o può influenzare il posizionamento.

 

Google stesso riferisce che:

Le terze parti non possono influenzare l’ordine di visualizzazione della tua attività su Ricerca Google o Maps.

In pratica: Google utilizza algoritmi segreti per il posizionamento, gli algoritmi variano costantemente, ed anche il posizionamento. Non è fattibile che venga garantito il posizionamento di schede di Google My Business.

 

Ti garantiscono il posizionamento della scheda di Google My Business per X parole chiave?

 

Ti stanno mentendo. Se riagganci la chiamata o se chiudi la porta non è un male.

 

Senso di urgenza

 

Il senso di urgenza è il principio psicologico basilare, sulla quale da anni vengono creati i saldi a tempo limitato. Viene usato anche per proporre la realizzazione o la gestione di schede di Google My Business.

 

Parlando semplicemente, se si vede un offerta “solo per oggi” la mente umana reagisce più istintivamente e meno razionalmente.

 

Per un servizio, come quello che può essere Google My Business, quello che devi sapere è che: se vuoi delegare a qualcuno la realizzazione o la gestione della scheda della tua attività ci sono migliaia di attività o liberi professionisti che lo fanno.

 

Anche se chi ti fa una proposta (probabilmente che non hai richiesto) può farti fretta, dicendoti, ad esempio, che è un “offerta limitata” o cose simili devi valutare in autonomia. Chiedendo informazioni alle attività, a conoscenti, cercando online od altro. Possono esserci persone/attività che ti propongono la stessa cosa ad un rapporto tra qualità e prezzo migliore.

 

Senso di scarsità

 

Il senso di scarsità è un altro principio psicologico utilizzato (anche) da chi vuole unicamente vendere e non offrire un vero valore aggiunto.

 

La mente umana evita di rimandare la decisione di scelta di un prodotto o servizio se questi sono disponibili “per pochi”. Anche in questo caso la mente agisce meno razionalmente. In te potrebbe innescarsi la “paura” di non poter più approfittare dell’offerta di un prodotto o servizio.

 

Solitamente, chi offre scorrettamente la realizzazione o la gestione di schede di Google My Business utilizza questo principio in diversi modi:

 

  • Affermando che nella tua zona potresti essere uno dei pochi “prescelti” ad approfittare del loro servizio “unico”;
  • Riferendoti che se non lo fai tu lo proporranno ad un tuo concorrente e potresti perdere clienti.

Quello che devi necessariamente sapere riguardo la realizzazione o gestione di schede Google My Business è che:

 

La scheda di Google My Business possono farla tutti, ed i tuoi concorrenti se non l’hanno già fatta sicuramente la faranno. Non serve fretta, valuta bene l’offerta, informati.

 

Riprova sociale

 

Anche se la riprova sociale è un fenomeno psicologico scoperto vari anni fa, appunto perchè è un principio instaurato nella psiche delle persone è ancora valido.

 

In pratica, è stato osservato che le persone tendono a ritenere valida una “cosa” se molte persone hanno fatto lo stesso.

 

L’effettiva validità della riprova sociale al giorno d’oggi la si può osservare costantemente. Negli influencers, le persone possono seguirli/farsi convincere perchè molte altre persone lo fanno. La riprova sociale è anche alla base dei comportamenti sui social network, e del loro successo.

 

Chi cerca di venderti il servizio di realizzazione o di gestione di pagine Google My Business userà la riprova sociale dicendoti che “loro” hanno realizzato “XXX mila” schede di Google My Business o che hanno “XXX mila” clienti soddisfatti.

 

Quello che devi fare è molto semplice: internet non mente, fatti dire il nome/la ragione sociale della società e fai una piccola ricerca su Google, potrai vedere cosa ne pensano davvero le persone.

 

Contratti telefonici

 

Ammettendo che ti sei fatto/a convincere anche dopo aver letto questo articolo, probabilmente perchè ti sei informato/a e/o ti è stata fatta una proposta in modo trasparente, durante la chiamata telefonica potresti aver acconsentito a farti realizzare/gestire una scheda My Business.

 

Potrebbe essere però che non ti sei informato/a anticipatamente, che non pensavi di aver stipulato un accordo, che hai cambiato idea od altro.

 

Nessun problema, puoi ripensarci!

 

L’articolo 51 punto 6 del codice del consumo infatti prevede che, oltre l’assenso telefonico va firmato un regolare contratto, e, l’articolo 52 prevede un diritto di recesso di quattordici giorni.

 

Ovvero, se non firmi nulla non hai stipulato niente, e, anche se firmi un contratto puoi ripensarci. Come ho detto nelle premesse non sono un legale ed in questo non mi addentro, ma, sappi che oltre gli avvocati esistono anche le associazioni dei consumatori che possono esseri d’aiuto.

 

 

 

di Bio Yuri Carlenzoli

 

PS: Siamo a Vostra disposizione per qualsiasi chiarimento ed informazione !

 

 

 

 

 

 

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10mila euro a fondo perduto per la tua azienda per e-commerce e software

Dal 30 gennaio 2018 al 9 febbraio 2018 sarà possibile presentare la domanda per ottenere un voucher (contributo a fondo perduto) del valore di 10 mila euro, per interventi di digitalizzazione tra cui software, siti web ed e-commerce. L’agevolazione denominato “Voucher per la digitalizzazione delle PMI” è gestita dal Ministero dello Sviluppo Economico.

Vediamo nel dettaglio come funziona questa agevolazione.

Chi può richiedere il voucher

Il voucher può essere richiesto dalle micro, piccole e medie imprese di tutto il territorio nazionale. 

Cosa finanzia

Il voucher può essere utilizzato per l’acquisto di software, hardware e/o servizi specialistici che permettano di:

  • migliorare l’efficienza aziendale;
  • modernizzare l’organizzazione del lavoro, mediante l’utilizzo di strumenti tecnologici e forme di flessibilità del lavoro, tra cui il telelavoro;
  • sviluppare soluzioni di e-commerce;
  • fruire della connettività a banda larga e ultralarga o del collegamento alla rete internet mediante la tecnologia satellitare;
  • realizzare interventi di formazione qualificata del personale nel campo ICT.

Le spese devono essere sostenute successivamente all’assegnazione del Voucher, cioè successivo alla pubblicazione sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico dei voucher assegnati. Il progetto di digitalizzazione dovrà inoltre essere ultimato entro al massimo 6 mesi dall’assegnazione del voucher.

Come presentare la richiesta 

Le modalità e i termini di presentazione delle domande di accesso alle agevolazioni sono contenute nel decreto direttoriale del 24 ottobre 2017. Il decreto ha in particolare stabilito che le domande potranno essere presentate dalle imprese, esclusivamente tramite la procedura informatica, a partire dalle ore 10.00 del 30 gennaio 2018 e fino alle ore 17.00 del 9 febbraio 2018, ma già dal 15 gennaio 2018 sarà possibile accedere alla procedura informatica e compilare la domanda.

Per presentare la richiesta è necessario essere in possesso della Carta nazionale dei servizi e di una casella di posta elettronica certificata (PEC) attiva e la sua registrazione nel Registro delle imprese. Inoltre per la presentazione della domanda è necessaria la firma digitale.

In caso di risorse insufficienti il budget viene ripartito tra le imprese richiedenti

Entro circa un mese dalla chiusura dello sportello il Ministero emanerà un provvedimento cumulativo di prenotazione del Voucher, per ciascuna regione, contenente il nominativo delle imprese e dell’importo di contributo prenotato.

Qualora l’ammontare totale dei Voucher concedibili sia maggiore all’ammontare delle risorse disponibili, pari a 100 milioni di euro, il Ministero procederà al riparto delle risorse in proporzione al fabbisogno derivante dalla concessione del Voucher da conferire a ciascuna azienda beneficiaria.

Tutte le imprese ammissibili al voucher, concorrono al riparto, non ci sono priorità in base all’ordine di presentazione della domanda, ne in base ad altri criteri. 

E’ prevista una riserva pari al 5% delle risorse a favore delle imprese che hanno conseguito il rating di legalità.

Erogazione del contributo

L’impresa risultante intestataria del voucher ha  30 giorni di tempo dalla data di ultimazione delle spese per presentare  la richiesta di erogazione, sempre tramite procedura informatica, allegando, tra altri documenti anche i titoli di spesa.

Nello specifico per richiedere l’erogazione del contributo sarà necessario presentare i seguenti documenti:

a) titoli di spesa (fatture/ricevute) riportanti la dicitura: «Spesa di euro … dichiarata per l’erogazione del Voucher di cui al D.M. 23 settembre 2014». Per i progetti di spesa agevolati con le risorse di cui all’art. 2, comma 1, lettera a), del DD 24/10/2017 la predetta dicitura deve essere integrata con la seguente «Programma operativo nazionale Imprese e competitività 2014-2020»;

b) estratti del conto corrente dal quale risultino i pagamenti connessi alla realizzazione del progetto agevolato;

c) liberatorie sottoscritte dai fornitori dei beni e dei servizi acquisiti, predisposte sulla base dello schema di cui all’allegato n. 4, con l’indicazione per i servizi di consulenza e per quelli di formazione degli ambiti di attività di cui all’art. 2, comma 2, del DI 23/09/2014 a cui sono riferiti;

d) resoconto sulla realizzazione del progetto comprensivo del quadro riassuntivo dei costi sostenuti, redatto secondo lo schema di cui all’allegato n. 5;

e) coordinate bancarie del conto corrente dove viene richiesto il versamento dell’importo del Voucher.

A seguito dell’istruttoria della richiesta di erogazione presentata dall’azienda il Ministero dello Sviluppo Economico stabilisce con proprio provvedimento l’importo del Voucher da erogare tenendo conto dei titoli di spesa risultati agevolabili.

 

In Italia vendono online circa 16.000 aziende e, seppure indietro rispetto ad altri Paesi europei, la previsione per il 2025 è di circa 50.000 aziende online. Cresce anche il numero degli acquirenti: secondo l’Istat il numero di persone è aumentato dal 48,7% del 2015 al 50,5% del 2016.

Sei pronto oggi a valutare questa opportunità?

Noi siamo pronti contattaci!